La nostra STORIA…!!!
La storia dell’Associazione può essere letta come una risposta suggerita dallo Spirito Santo a una comunità cristiana, che si chiedeva come accogliere il malessere umano e sociale segnalato dal problema emergente della tossicodipendenza. La richiesta di aiuto avveniva in modo inconsapevole e indiretto dai giovani, che manipolavano, minacciavano, derubavano e terrorizzavano i cittadini. Nello stesso tempo si palesavano nel paese la preoccupazione, la paura e talvolta la disperazione delle famiglie per la salute fisica, psicologica e morale dei loro figli.
La storia ci presenta una risposta generosa, coraggiosa e consapevole di persone che, vincendo le paure, le resistenze, gli ostacoli e le incomprensioni, si sono riunite insieme creando l’Associazione, per diventare fermento di speranza a tutti coloro che, divenuti schiavi delle dipendenze, anelassero a ricostruirsi una vita sociale e libera.
La storia dell’Associazione si evolve continuamente in base ai bisogni emergenti, sempre nuovi:
- smascheramento delle manipolazioni, delle dissimulazioni ed emersione delle problematiche nascoste;
- soccorso e ospitalità a giovani estromessi dalle loro case;
- luoghi pre- accoglienza per effettuare l’astinenza allora ritenuta necessaria per fare ingresso in Comunità in condizione di lucidità;
- apertura delle famiglie per accogliere ragazze tossicodipendenti;
- aiuto per individuare la Comunità più adatta e accompagnamento per i colloqui d’ingresso;
- casa-famiglia per quei giovani che svolgevano presso altra struttura la prima fase del programma di recupero e accompagnamento quotidiano degli stessi in quella struttura;
- accoglienza di giovani o con dipendenze non riconosciute dai Ser.D. o dopo aver abbandonato un percorso terapeutico o senza fissa dimora o provenienti da altre regioni o extracomunitari;
- possibilità di scioglimento di dubbi di non chiara matrice psichiatrica;
- possibilità di fermarsi nel territorio per un inserimento lavorativo e sociale ecc.
Ma l’Associazione si è resa attenta anche alle richieste della società, della Scuola e al bisogno di una prevenzione più concreta e mirata. Si è resa sensibile alle richieste di:
- nuclei familiari costituiti da un solo genitore con uno o più figli tossicodipendenti;
- genitori in conflitto o separati che non riescono a gestire le loro difficoltà relazionali senza compromettere la sanità fisica, mentale e sociale dei figli;
- fidanzate /i che nel tentativo di “salvare” la persona amata, ne compromettono in realtà le possibilità di recupero.
La risposta alle diverse richieste di aiuto, a ogni modo, va collocata nel contesto in cui le stesse si sono presentate tenendo conto della prevalente connotazione che la società dà al problema:
- da una severa condanna sociale, all’accettazione e all’inclusione dei soggetti con dipendenze;
- dall’attenzione esclusiva verso la sola tossicodipendenza, alla minimizzazione del problema posto da tante altre dipendenze, non meno importanti;
- dall’atteggiamento di una parte del mondo scientifico che tende sempre di più a medicalizzare e psichiatrizzare le dipendenze; all’attenzione alla “persona” considerata come unità unica di istanze fisiche, psicologiche e spirituali;
- dal diverso atteggiamento che la sanità pubblica ha avuto nel corso degli anni nei confronti del modo in cui è stato inteso il ruolo della Comunità terapeutica;
- dal fare esperienza in età sempre più precoce della prima assunzione di droga tra gli adolescenti (intorno ai dodici anni), all’evidenza dell’innalzamento dell’età media dei tossicodipendenti.
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