Testimonianza del 10 Dicembre 2021

Era il 5 Novembre 1998 quando sono entrata al Centro di preaccoglienza dell’Associazione San Filippo Neri di Putignano. Ero rassegnata. Mi ci avevano portato contro la mia volontà. Mi dissi: “ok, resto qualche giorno, mi passo l’astinenza, si calmano le acque e poi scappo”. Ero testarda. Non facevo trapelare nulla dei miei pensieri. Nessuno avrebbe scommesso su di me… F.P. l’operatore, mi chiamava “la tossica vip”. Ed intanto i giorni passavano, i mesi passavano ed io ero ancora lì, in quel posto che all’inizio mi pareva una prigione e che ora stava diventando il mio paradiso. Là ho trovato la famiglia che sempre cercavo, pur avendone già una; ho trovato gli amici, quelli veri, quelli sani, quelli limpidi. Non potevo andarmene da quell’eden che nonostante le sofferenze, il dolore, i pianti amari, mi stava regalando una vita nuova, una nuova “me”. Don Rosario era il fulcro della famiglia, la nostra guida, il nostro saggio con la parola sempre giusta al momento giusto, anche se ti colpiva dritto al cuore, dritto nei sentimenti. Ho concluso fiera, il mio percorso e oggi, a distanza di 23 anni, quella è ancora e lo sarà per sempre la mia casa, la mia famiglia, il mio eden.

Testimonianza del 05 Dicembre 2021

Sono F. R., di anni 58. Di questi, più di trent’ anni li ho vissuti nella tossicodipendenza e 20 per strada. Nel 2005 approdai nella Comunità dell’ Associazione Famiglie San Filippo Neri di Putignano, che è gestita da Don Rosario Pacillo e guidata dagli operatori, che a quel tempo erano Sebastiano, Rita e Francesco, insieme ai volontari. Tutti mi hanno dato una mano che è stata molto utile. Per me non è stato facile seguire delle regole perché avevo vissuto una vita sempre senza regole, senza dar conto a nessuno. Ad ogni modo un problema di giustizia mi spinse ad entrare in Comunità e mi permise così di liberarmi dalla dipendenza dagli psicofarmaci e dal metadone, cosa che fuori dalla Comunità era difficile fare. Iniziai un percorso in cui andammo ad aprire i miei scrigni interiori che erano stati chiusi da sempre e per sempre. Nel racconto della mia vita passata venne fuori tantissimo dolore, sofferenza, pianti, con la voglia di scappare perché il male che sentivo era immenso. Con l’aiuto di Don Rosario e degli operatori il dolore fu contenuto ed iniziai a sentirmi più leggero, felice. Mi stavo conoscendo ed iniziai a capire chi era veramente Francesco, i valori e le potenzialità di un uomo che il Signore mio Dio mi aveva donato. Il mio percorso in Comunità è durato tre  anni. Poi, piano piano, affrontai l’esterno e mi ritrovai con degli amici positivi che hanno una masseria e coltivano tutto in modo biologico. Dopo un po’, insieme a loro, feci un corso ed ebbi l’opportunità di conoscere la mia attuale moglie, Anatolia. A lei raccontai il mio percorso di vita, di lei m’ innamorai come mai era successo prima. Mi trasferii a Roma, a casa sua e dopo un anno ci sposammo. Nella quotidianità ci sono tante difficoltà ma cerco di mettere in pratica tutto quello che ho appreso in Comunità. La Fede, che non mi ha mai abbandonato, mi tiene ben saldo al matrimonio ed agli altri valori. In Comunità tutti mi hanno dato un aiuto. Il mio maestro di vita è stato Sebastiano, un grande operatore venuto a mancare nel 2007. È stata una grande perdita per tutti. Con la Comunità sono rimasto sempre in contatto. Essa mi ha dato gli strumenti per salvarmi la vita ed io mi sono impegnato ad usarli bene. Ogni volta che torno in Puglia, quando ne ho la possibilità, vado sempre a trovare gli operatori. Sono sempre in contatto telefonico con loro e Don Rosario che è sempre disponibile ad ascoltarmi e a darmi una mano.

Testimonianza del 14 Aprile 2018

Nella parrocchia di San Filippo Neri durante la messa della seconda domenica di Pasqua dell’anno 2018, A. G. ha vissuto la sua “graduazione”, la celebrazione ufficiale in cui tutto lo staff e i responsabili della Comunità “Associazione famiglie San Filippo Neri”, hanno attestato la conclusione del programma e il ritorno alla vita vera. Ora per lui si riapre il mondo del lavoro ed è una nuova sfida, ma non tralascia di raccontare la sua esperienza soprattutto ai giovani. “La droga ha preso il controllo su di me: smettevo qualche mese, ma mi illudevo, mi auto manipolavo e ingannavo me stesso e gli altri. Nel 1993 Don Rosario mi venne a trovare a casa, chiedendomi di seguirlo in Comunità. Pian piano, mi sono riavvicinato alla fede, ho ricevuto tanti segni ma non mi sento un miracolato: ora mi sento più forte, più completo, libero e vivo. Non sono diventato un Santo, sono una persona normale e sta a me fare vedere quanto valgo. Per me è come essere risorto è come tornare a vivere, ora riconosco i miei sentimenti e le mie emozioni, non mi fanno più paura e non li metto da parte. Mi rivolgo adesso ai giovani dicendo loro: non chiudetevi, non fatevi schiacciare da paure, timori e sentimenti, non estraniatevi dalla realtà e non scegliete falsi miti e false ideologie, bisogna parlare, confrontarsi con se stessi e con gli altri. Ogni paura, vergogna, insoddisfazione, presunzione e rabbia può e deve essere affrontata e superata. La droga non risolve alcun problema, anzi lo aumenta e lo amplifica: quella non è vita, è solo un’illusione che porterà a tantissime sofferenze. Non permettete a nessuno di spegnere la luce che avete dentro. Io ce l’ho fatta e il mio impegno è trasmettere a tutti quello che ho ricevuto: la vita è un dono unico che va custodito e usato con responsabilità amore e serenità. Ho imparato a vivere nell’onestà, nell’umiltà e con responsabilità. Ringrazio Don Rosario, i volontari, i residenti della Comunità e tutti gli operatori di San Filippo.