LA FAMIGLIA
Pur non ritenendo la famiglia la causa e la prima responsabile delle dipendenze, essa tuttavia rappresenta l’ambiente nel quale le dipendenze si originano, si sviluppano ed esplodono. Per la sua fragilità, per le sue dinamiche interne, per i suoi limiti, la famiglia spesso non è in grado di aiutare lo sviluppo sereno ed armonioso dei fanciulli, di cogliere i segnali di disagio dei ragazzi, far fronte alle inquietudini dei giovani. Nonostante le grandi difficoltà, resta sempre una fonte di amore che, aiutata ad esprimersi, può risultare di grande aiuto per chi decide di svolgere un percorso di recupero dalle dipendenze.
L’Associazione Famiglie San Filippo Neri riconosce il grande ruolo che la famiglia, sia quella di origine che quella nuova eventualmente costituita, può svolgere nel percorso riabilitativo. Per questo viene accolta, valorizzata, sostenuta e invitata a collaborare nel programma terapeutico fin dall’inizio.
Conoscendo la vita familiare, i suoi componenti, il loro modo di pensare, si può comprendere più facilmente il vissuto dei residenti, la loro maggiore o minore difficoltà ad accettare le regole, il saper vivere con gli altri, l’esprimere le emozioni, l’affrontare la vergogna e i giudizi.
Mediante gli incontri, possibilmente settimanali, tra familiari e residenti, con la mediazione dei volontari e in base al clima con cui questi si svolgono, si può notare il progresso nel percorso educativo, il recupero dei rapporti affettivi sani, nonché la complicità o i compromessi che a volte caratterizzano i legami familiari. È in vista della crescita dei legami affettivi positivi con i familiari, che la Comunità si assume il compito di mediazione per aiutare a risolvere quei problemi di ordine materiale, legale o amministrativo, potenziali occasioni di manipolazioni o di conflitto tra gli utenti residenti e i propri familiari.
Man mano che si avanza nel programma i familiari si riappropriano, sempre di più, del loro compito genitoriale, fraterno, coniugale e filiale. Infatti, nell’ultimo incontro di “chiarimento”, il residente e il familiare parlano del proprio vissuto, delle difficoltà, degli errori commessi, fino a chiedersi scusa reciprocamente, il loro rapporto diventa libero e schietto, rendendo superflua la presenza mediatrice dei volontari e degli operatori.
Per svolgere il loro compito in armonia con il percorso dei residenti, la Comunità chiede anche ai familiari di osservare delle regole contenute nel regolamento dei familiari; ad essi inoltre riserva, a richiesta, degli incontri particolari di sostegno per conoscere meglio le problematiche di ciascun residente e quelle della propria famiglia.
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